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MINI GUIDA AGLI INVESTIMENTI IN ETIOPIA: OPPORTUNITA' DI INVESTIMENTO
L’Etiopia offre ai potenziali investitori abbondanza di manodopera a basso costo, un ampio mercato interno e numerosi bacini fluviali che offrono un enorme potenziale per l’irrigazione e la produzione di energia idroelettrica. È proprio la costruzione delle grandi opere infrastrutturali, come strade, dighe, etc., che si prospettano commesse finanziate dalla Banca Mondiale, dalla Banca Africana di Sviluppo e da altre istituzioni finanziarie internazionali. Alla luce della situazione economica dell’Etiopia e delle necessita’ del nostro Paese, le piu’ interessanti opportunita’ di investimento si concentrano nei seguenti settori:
1) Agricoltura
2) Allevamento e lavorazioni correlate
3) Estrazione mineraria
4) Sviluppo infrastrutturale
5) Attivita’ industriale
6) Turismo
7) Privatizzazioni
1) Agricoltura
L’agricoltura e’ il settore predominante nel Paese, principalmente per i seguenti motivi:
- numero di occupati e contribuzione al prodotto nazionale;
- potenzialita’ rispetto alle condizioni naturali;
- settore prioritario del Governo e delle Organizzazioni Internazionali.
L’Etiopia e’ suddivisa in 18 principali zone agro-ecologiche ed in 62 minori, con caratteristiche fisico-biologiche tra loro molto differenziate che consentono di produrre piu’ di 146 varieta’ di frutta e verdura. Dei 111,5 milioni di ettari di superficie, 73,6 milioni sono coltivabili ma solo 16,5 milioni (pari al 22%) sono attualmente coltivati.
I prodotti maggiormente coltivati sono: caffe’, teff, cotone, tabacco, canna da zucchero, tè, spezie, khat, frutta e ortaggi. Tra i cereali, oltre al teff, mais, orzo, grano, sorgo e miglio. Rilevante e’ anche la produzione dei legumi, che conta coltivazioni quali arachidi, fagioli, piselli, ceci, lenticchie, trigonella, germogli di soia, fagioli bianchi, e degli oleaginosi quali sesamo, niger, arachidi, colza e semi di lino, girasole e ricino.
Un’importante caratteristica dell’agricoltura etiope e’ la presenza di due periodi di raccolto, uno principale (meher) nell’ultima parte dell’anno, e l’altro residuale (10% della produzione) nei mesi marzo-maggio (belg).
Il settore agricolo (che comprende allevamento e bestiame) contribuisce al 48% del PIL etiope ed al 90% delle esportazioni ed occupa l’85% della popolazione attiva. Sebbene le produzioni agricole etiopi siano destinate principalmente al fabbisogno nazionale (con un basso livello di sviluppo tecnologico, un inadeguato sistema di proprieta’ della terra ed un’alta dipendenza dalle precipitazioni) fattori significativi stanno contribuendo ad aumentarne la produttività:
- incremento dell’uso di fertilizzanti e sementi;
- maggiore estensione delle zone coltivate;
- investimenti in infrastrutture finanziati, in particolare, dalla cooperazione internazionale;
- riforme del Governo;
- aumento del valore delle esportazioni, caffè in primis;
- condizioni meteorologiche del Paese.
Relativamente ai fattori contingenti che ostacolano la crescita del settore, si evidenziano le seguenti difficoltà:
- utilizzo metodi tradizionali e mancata struttura della filiera di produzione; - manodopera non qualificata;
- mancanza di infrastrutture e di impianti di conservazione e trattamento dell’acqua piovana;
- scarsa informazione sui mercati internazionali, sia in termini di domanda che di normative in vigore, ed inadeguato sistema di promozione dei prodotti locali;
- inadeguatezza del settore terziario in agricoltura. Il che rappresenta sia un vincolo che un’enorme potenzialità per gli investitori interessati.
Prodotti principali
Teff – Alimenti per celiaci
É il cereale maggiormente coltivato sugli altopiani etiopi (2,2 milioni di ettari). Prodotto principalmente per il consumo interno, esso contribuisce per oltre 2/3 all’apporto di proteine nella dieta tipica delle province occidentali del Paese. Il teff viene utilizzato per preparare l’injera, il pane locale che costituisce la base dell’alimentazione locale.
Caffè
Il caffè etiope e’ uno dei migliori al mondo (certificato, tra l’altro, dall’Associazione Italiana Caffè Speciali Certificati): il settore interessa quasi un quarto della popolazione ed e’ la piu’ importante fonte di valuta estera; difatti e’ il primo prodotto esportato dell’Etiopia (38% sul totale delle esportazioni), che a prezzo invariato, dopo il declino nel volume 2005-2006, ha registrato un aumento di valore grazie all’aumento dei suoi prezzi, passando, rispettivamente da 424,2 a 540,2 milioni di USD, ma non di volume (171 nel 2007/2008 contro 177 tonnellate nel 2006/2007). I principali Paesi importatori di caffe’ per l’anno 2007/2008 sono stati: Germania, Arabia Saudita e Stati Uniti. Per il corrente anno fiscale si prevede un ulteriore incremento sia di quantita’ che in termini economici (540 milioni USD con oltre 227 tonnellate). L’Italia, settimo importatore del caffè etiope , nei primi dieci mesi del 2008 ha importato caffè per un valore di oltre 15 milioni di euro, pressoche’ invariato rispetto allo stesso periodo del 2007. Principale importatore e’ Illy Caffè seguito da altri importatori e Consorzi italiani.
Tè
Il tè rappresenta un’ulteriore opportunità di produzione, lavorazione ed esportazione. Introdotto in Etiopia negli anni ’20, viene coltivato su scala commerciale a partire dal 1980. Attualmente circa 1500 ettari di terra sono coltivati a tè, la cui produzione e lavorazione ha raggiunto le oltre 4.000 tonnellate. Le condizioni agro-climatiche nel sud est del Paese offrono eccellenti opportunita’ di produzione, lavorazione ed esportazione del prodotto.
Orticoltura
Le diverse zone agro-climatiche dell’Etiopia sono adatte alla coltivazione di molte varieta’ di frutta e verdura. Gli investimenti sono stati indirizzati principalmente nella coltivazione di arance, banane, mango, mele, pesche, papaia, avocado, uva, ananas, frutto della passione, limoni, carote, pomodori, cavoli, legumi e fagiolini. La maggior parte della frutta e degli ortaggi sono destinati al consumo locale e soltanto una minima parte (prodotti selezionati e di alta qualita’) viene esportata, soprattutto in Europa ed in partcolare in Germania, Italia e Olanda.
Floricoltura
Il settore della floricoltura in Etiopia ha avuto un forte sviluppo a partire dal 1998, diventando oggi una delle principali voci dell’export non tradizionale, favorito da fattori naturali (clima, terreno), dalla disponibilita’ di manodopera a basso costo, e da incentivi di questo Governo ai produttori, specialmente se investitori stranieri.
L’altezza ottimale per coltivare fiori è tra i 1.500 e i 2.300 metri sopra il livello del mare e molte aree del Paese si trovano in questa fascia, specialmente in Oromia e nella Southern Region.
La temperatura ottimale è invece tra i 10˚C e i 30˚C e, dato che il Paese presenta molte variazioni climatiche, esiste il potenziale per sviluppare un’ampia varietà di fiori. Il suolo ideale per la coltivazione deve avere un PH compreso tra 5.5-7.0 e la maggior parte dei terreni nel Paese soddisfano questi requisiti.
Grazie alle sopraelencate condizioni, l’Etiopia sta diventando sempre più competitiva rispetto all’Uganda, Tanzania e Kenya. Quest’ultimo, tradizionalmente il più grande fornitore di fiori verso l’Europa, sta registrando un vero e proprio esodo di produttori verso l’Etiopia a causa della carenza di acqua, della corruzione e burocrazia.
Dal marzo 2003, e’ presente anche un’associazione di settore – EHPEA, Ethiopian Horticulture Producers and Exporters Association – che conta 83 aziende, tra le quali da oltre quattro anni e’ attiva l’italiana Ethiodream plc., che opera,come “domestic investor” in joint-venture con imprenditori sauditi e yemeniti, producendo rose destinate ai mercati italiani, nord europei e arabi. Tra le altre aziende di rilievo si possono citare: Meskel Flower, Ethioflora, Golden Rose Agro-Farms, Menagesha Flowers e Trade Enterprise. Nell’Unione Europea i principali Paesi importatori sono l’Olanda, la Germania, il Regno Unito, la Francia e l’Italia. Secondo dati forniti dall’Ethiopian Horticulture Producers e Exporters Association (EHPEA), nel 2008 la produzione di rose è stata di oltre 800 milioni di steli per un totale di 150 milioni di dollari di profitti, contro i 365 milioni di steli ed i relativi profitti per 64 milioni di dollari del 2007. Le principali varietà di fiori prodotti ed esportati in Europa sono: rose (in particolare Rose Allium, Carnation e Carthamus), crisantemi, gerani e nebbiolina.
Occorre tuttavia sottolineare che la crisi finanziaria ha colpito sensibilmente il settore facendo crollare la domanda internazionale ed europea in primis. Anche a seguito del pignoramento di 3 aziende impegnate nella produzione di fiori da parte della Development Bank of Ethiopia , e ai pessimi risultati conseguiti dalla quasi totalita’ delle aziende impegnate nel settore, il Governo ha garantito aiuto agli imprenditori, nella forma di esenzioni fiscali e dilatazioni di finanziamenti.
Nei prosimi 5 anni, nonostante il difficile momento, il settore auspica che il valore dell’export superi il valore delle esportazioni di caffe’di oltre 1 miliardo di dollari.
Cotone
Il cotone si conferma una delle piu’ importanti coltivazioni in Etiopia. La produzione su larga scala, favorita da un sistema d’irrigazione, viene praticata nella valle di Awash. Esiste un grande potenziale per l’espansione delle coltivazioni di cotone, specialmente nei bacini dell’Omo-Gibe, del Wabi Shebelle, del Baro-Akobo, del Nilo Azzurro, e del Tekeze. La produzione e’ incoraggiata dalla crescente domanda di cotone da parte delle numerose fabbriche tessili e d’abbigliamento.
Relativamente alla produzione nel settore esistono barriere per gli operatori esteri. Piuttosto interessanti le opportunita’ offerte dalla consistente domanda di partenariato tecnico e sostegno al management.
Zucchero
Un’ottima opportunita’ e’ rappresentata dalla produzione di zucchero e spezie tanto ad uso domestico quanto per l’estero. Ad oggi, la produzione di zucchero e’ gestita dallo Stato, che si propone come obiettivo quello di raddoppiare la produttivita’ degli stabilimenti esistenti, ampliare le coltivazioni della canna e assicurare una maggiore diversificazione della produzione, con un programma di espansione degli impianti governativi che e’ gia’ in corso.
L’Etiopia ha prodotto quest’anno 35.000 tonnellate di zucchero in piu’ rispetto alle 209.000 dell’anno precedente.
Semi oleosi
Semi di colza, lino, arachidi, girasole, semi di niger e cotone sono prodotti di base per l’industria nazionale di oli commestibili. Alcuni di questi, tra i quali l’olio di arachidi e di sesamo, sono fondamentali per l’export. Le condizioni agro-ecologiche ottimali favoriscono le coltivazioni di palma per la produzione di olio di palma.
Le entrate registrate dall’esportazione di semi oleosi ammontano a 188 milioni di dollari per l’anno fiscale 2006/2007 e a 222 milioni di dollari per l’anno 2007/2008.
2. Allevamento e lavorazioni correlate
Bestiame e pellame
L’Etiopia possiede la piu’ grande popolazione bovina in Africa e decima nel mondo. Il Paese ha pertanto un notevole potenziale sia per l’esportazione di animali vivi, di prodotti zootecnici che per la produzione e la lavorazione delle pelli e dei prodotti in pelle. L’export di carne e’ tuttavia limitato in quanto l’Etiopia non rilascia le certificazioni necessarie per esportare verso l’UE.
Gli investitori privati vengono incoraggiati sia agli investimenti in allevamenti che alla produzione di carne, latte, uova, mangimi e nella manifattura di prodotti in pelle.
Il pellame si conferma come una delle principali voci dell’export etiope. Oltre venti concerie sono presenti nel Paese e vi e’ un vasto mercato di pelle trattata e non.
Attualmente l’Etiopia sta impiegando nella produzione della pelle solo il 7%, il 33% e il 37% rispettivamente dell’intero patrimonio bovino, ovino e caprino. Nell’anno fiscale 2007/2008 le esportazioni dalla pelle, in termini di valore, si sono attestate a circa 101 milioni di Euro, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 12% (89,6 milioni US$), malgrado il forte aumento dei dazi sulle esportazioni di alcuni pellami imposti dal Governo all’inizio del corrente anno.
Nel settore della pelle operano attualmente 11 aziende, tutte nella capitale, che producono calzature (circa 2,5 milioni di paia all’anno), circa 10 che producono abbigliamento in pelle (fino a 150 capi al giorno), oltre a 25 aziende impiegate nella lavorazione e nel trasporto del pellame.
Per dare ulteriore impulso al settore, il Ministro del Commercio e dell’Industria etiope, insieme con i principali operatori del settore, ha recentemente attuato un Piano d’Azione atto a migliorare ed incrementare la produzione e la distribuzione delle pelli (soprattutto quelle grezze e semilavorate). Ad Addis Abeba si trova anche l’LLPTI ( Leather and Leather Products Technology Institute) il maggiore centro di formazione della pelle, realizzato con fondi della Cooperazione italiana.
E’ da segnalare l’atteggiamento protezionistico di queste Autorita’ nei confronti del settore. Tra il febbraio 2008 ed l’inizio dell’anno in corso si e’ avuto un sensibile aumento della tassa sui prodotti semilavorati dell'industria della pelle (+150%) al fine di scoraggiare l'esportazione di prodotti non finiti. A seguito di tali decisioni l’Unione Conciaria italiana ha fatto presente il proprio disappunto ritirando in particolare la propria partecipazione dall’annuale fiera della pelle di Addis Abeba. Il confronto dei dati ISTAT relativi all'importazione italiana di pelli grezze e semilavorate nei periodi gennaio-agosto 2007 e gennaio-agosto 2008, rivela una riduzione di circa il 20% tra i due periodi successivi, riduzione che potrebbe essere ascrivibile, in tutto o in parte, alle misure protezionistiche delle Autorita' locali e che non e' stata compensata da alcun aumento nell'importazione di prodotti finiti dallo stesso mercato etiopico. D'altra parte la nostra industria della pelle importa oltre il 90% della propria materia prima dall'estero e ogni misura protezionistica posta in essere dai mercati di approvvigionamento e' destinata ad incidere pesantamente sulle decisioni di importazione dei produttori ed in ultim'analisi anche sull'atttivita' del settore in Italia.
Pesca
I numerosi fiumi e laghi dell’Etiopia contengono notevoli riserve di pesce ed altre risorse idriche. Il potenziale annuale della produzione di pesci d'acqua dolce è valutato intorno alle 50.000 tonnellate di cui, attualmente, soltanto il 20% viene sfruttato. E’ richiesto capitale estero per contribuire allo sviluppo della catena di lavorazione -attraverso l’installazione di attrezzature da pesca e di strutture di conservazione in ambiente refrigerato- e per il miglioramento dei mezzi di trasporto. Vi e’ peraltro un significativo rischio di impoverimento delle risorse ittiche sia per l’inquinamento dei principali laghi sia per un eccessivo sfruttamento delle risorse locali. Come per la carne, anche per il pesce l’Etiopia non rientra ancora tra gli Stati autorizzati ad esportare nei Paesi UE.
Apicoltura
L’Etiopia e’ il primo paese al mondo per risorse di miele ma la produzione resta bassa rispetto al potenziale.
Attualmente si producono 43.000 tonnellate di miele all’anno (8,6% della produzione potenziale), 3.000 tonnellate di cera (6% della produzione potenziale) e una quantita’ insignificante di propoli nonostante un potenziale produttivo pari a 500 tonnellate all’anno. Benché la produzione annuale di cera e di miele sia notevole rispetto agli altri paesi africani, il sistema di produzione comunemente esercitato è tradizionale. La produttività delle api è molto bassa e non supera la media dei 5-6 kg di miele per alveare.
In aree in cui migliori tecnologie sono state introdotte, si sono raggiunte produzioni di 15-20 kg/per alveare. Il maggior problema dell’apicoltura in Etiopia e’ relativo alla mancanza di conoscenze in materia; si registra: scarsita’ di manodopera qualificata e di attrezzature, patologie, parassiti e inadeguata ricerca a supporto di programmi di sviluppo.
Silvicoltura
L’avvio di un sano programma per lo sviluppo della silvicoltura, con la partecipazione di investitori privati, e’ diventato imperativo per contrastare il grave disboscamento dei periodi precedenti. Attivita’ potenziali per investitori privati includono la produzione e la commercializzazione di resina e incenso, le piantagioni di alberi da legname e di alberi della gomma su vasta scala, la costituzione di industrie integrate basate sulla silvicoltura come la polpa, la carta ed il legno ricostituito.
Produzione ed attrezzature agricole
Lo sviluppo agricolo costituisce una delle priorita’ del Governo ed e’ la base della strategia di sviluppo del Paese definita ADLI (”Agricultural Development Led Industrialization”). La produttivita’ agricola è notevolmente cresciuta negli ultimi tre anni. Ad un aumento della commercializzazione del settore segue una crescente domanda di fattori produttivi per la produzione agricola da parte delle industrie manifatturiere, di fornitura di servizi (ad es. manutenzione e mezzi agricoli) e di ogni altro strumento agro-industriale come silos (per lo stoccaggio dei cereali) e celle frigorifere.
Sia nello scorso anno fiscale che nel corrente budget 2008/2009, sono stati previsti stanziamenti significativi per lo sfruttamento del suolo e l’intensificazione delle colture, l’ammodernamento e l’impiego di attrezzature e tecnologie moderne nel settore.
Industria agro-alimentare
Considerato il rilievo attribuito allo sviluppo dell’agricoltura nell’economia etiopica, la varieta’ dei raccolti e dei prodotti agricoli, la crescente produttivita�� ed un mercato interno di circa 80 milioni di abitanti, l’industria alimentare offre opportunita’ di investimento su larga scala, anche per quanto riguarda l’imballaggio, il confezionamento e la spedizione e distribuzione dei prodotti alimentari.
3. Estrazione mineraria
Studi geologici hanno evidenziato la presenza in Etiopia di un ambiente geologicamente favorevole per la presenza di una grande varieta’ di risorse minerarie. Esplorazioni iniziali hanno confermato l’esistenza di depositi di oro, platino, tantalio, soda e fosforite. Sono stati identificati giacimenti di petrolio ed altri minerali metallici. Nonostante queste scoperte lo sviluppo minerario rimane limitato, contribuendo solo all’1% dell’economia nazionale. Sono state prese misure per migliorare la situazione, compresa la creazione di un ambiente favorevole all’investimento privato, locale ed estero. Mentre non esistono restrizioni per gli investitori privati nello sfruttamento di ogni tipo di risorsa mineraria, il potenziale più significativo è rappresentato dai depositi di oro e metalli rari, petrolio, metalli preziosi e non, minerali industriali, marmo e granito. Le licenze per la ricerca e l’esplorazione mineraria sono state rilasciate a compagnie minerarie estere provenienti da Stati Uniti, Canada e Arabia Saudita.
Le attivita’ di esplorazione di eventuali giacimenti petroliferi sono in corso nel 70% del Paese e riguardano oltre 20 societa’ straniere: tra queste, la malese Petronas (tra le prime 10 al mondo) ha ottenuto diritti esclusivi di estrazione dal Ministero dello Sfruttamento Risorse Naturali della durata di 25 anni per un ammontare di almeno 15 milioni di USD di capitale investito; essa ha poi assegnato in subappalto alcune aree a ditte cinesi e, recentemente anche alla Weather Ford di Dubai. Una compagnia saudita ha acquistato, attraverso il programma di privatizzazione, la principale miniera d’oro nel Paese.
Recentemente sono state concesse anche ad un’azienda indiana e ad una canadese (Epsilon Company), licenze per indagini ed esplorazioni per ricerche su petrolio e gas. Oltre al petrolio, le attivita’ di esplorazione ed estrazione riguardano anche gemme preziose per lo piu’ destinate ai mercati europei, americani, dell’ Estremo Oriente e del Sud Est Asiatico.
4. Sviluppo infrastrutturale
Notevoli sono le carenze infrastrutturali in tutto il Paese, soprattutto fuori dalla capitale. Il Governo e’ tuttavia impegnato, con il contributo dei donatori internazionali, nel miglioramento e ristrutturazione della rete stradale, su cui sono impegnate soprattutto ditte locali e cinesi, e nella riabilitazione della rete ferroviaria tra Addis Abeba e Gibuti, per cui nel 2007 il Consorzio CONSTA di Padova si e’ aggiudicata la gara per la riabilitazione di oltre 100 km. di ferrovia.
Energia
Il potenziale di sfruttamento delle risorse energetiche, rinnovabili e non, e’ vasto. La percentuale di popolazione con accesso diretto all’elettricita’ e’ passata dal 5% nel 2007 all’ 8% nel 2008, e le stime prevedono di raggiungere il 15% entro il 2010. Il Governo ha recentemente rivisto il quadro legale e regolamentare per la produzione, trasmissione e distribuzione di energia. Investitori esteri sono particolarmente ricercati per l’installazione di centrali idroelettriche, settore nel quale la presenza italiana e’ tradizionalmente forte. Accordi possono essere avviati con la “Ethiopian Electric Power Corporation” (EEPCO) per la vendita all’ingrosso di energia elettrica. La EEPCO attualmente fa funzionare due centrali idroelettriche di oltre 100 MW ed un certo numero di centrali di piccole dimensioni e fornisce energia principalmente attraverso un sistema integrato di linee di trasmissione (230, 132 e 66 kV) e reti di distribuzione (15 kV, 380 e 220 V).
A causa dei ritardi nella realizzazione del Gilgel-Gibe Hydro Electric Power Project II (ad opera della italiana Salini Costruzioni) e della diga Tekeze l’Etiopia continua ad avere grosse difficolta’ nell’approvvigionamento e nella fornitura di energia elettrica.
La conclusione di entrambi i progetti, che avrebbero dovuto raddoppiare la produzione di energia elettrica attuale (800 MW), era prevista per la meta’ del 2008 ma a causa di problemi tecnici e strutturali, e’ ancora in corso di realizzazione. L’EEPCO confida di terminare i lavori entro la seconda meta’ del 2009 (insieme ad una terza diga a Beles che generera’ 435 MW) in modo da poter esportare energia elettrica gia’ dal 2010.
L’obiettivo del Paese e’ quello di diventare il maggior esportatore di energia elettrica del Continente, attraverso la realizzazione di un sistema di linee elettriche con il Sudan. Questo progetto, finanziato dalla World Bank, sara’ realizzato dalle due societa’ Energoinvest (Bosnia) e Sunir (Iran). I lavori dovrebbero terminare nel giugno 2010 e la vendita di energia al Sudan dovrebbe fruttare al Paese circa 84 milioni di dollari all’anno. L’EECPO prevede inoltre di ottenere entrate per 32 milioni di dollari da Gibuti e di realizzare un terzo progetto per la trasmissione e l’esportazione di energia elettrica con il Kenya.
Telecomunicazioni
in Etiopia il servizio telefonico e’ tra i piu’ limitati del mondo (meno dell’1% della popolazione ha accesso al servizio). L’Ente governativo ETC (Ethiopian Telecommunications Corporation) preposto alla gestione, controllo e regolamentazione delle telecomunicazioni etiopiche, opera in condizioni di assoluto monopolio.
Settore prioritario in Etiopia, il Governo ha recentemente approvato una riforma legislativa che consente agli investitori stranieri di operare nelle telecomunicazioni in joint-venture con queste Autorita’. Si fa presente che il sistema di telefonia mobile e’ operativo soltanto nelle principali citta’ Per lo sviluppo ed il miglioramento delle linee telefoniche, l’ETC aveva lanciato nel novembre 2004 un piano di sviluppo della fibra ottica per 4000 km in otto linee che partono dalla capitale, che avrebbe dovuto consentire un rapido ed efficace accesso ad una piu’ ampia varieta’ di servizi via internet. In questo ambito Alcatel Italia e Siemens Italia si erano aggiudicate importanti appalti. Nel 2006, l’Ente etiopico ha sottoscritto un Memorandum of Understanding e la ditta cinese ZTE per la realizzazione di un importante segmento delle telecomunicazioni in Etiopia contro la concessione di un finanziamento da parte cinese di 1,4 miliardi USD. Occorre segnalare, tuttavia, che la stessa ditta cinese aveva realizzato lavori in passato per l’ETC con risultati poco soddisfacenti per gli etiopi che avevano poi dovuto riassegnare ad altri le stesse opere. Tra l’altro, nei mesi scorsi sono stati messi in commercio circa 2000 nuove sim card prepagate senza pero’ aver potenziato le linee di trasmissione esistenti, creando quindi, un forte disservizio delle trasmissioni.
Sanita’ ed istruzione
Il settore istruzione ha registrato significativi risultati negli ultimi anni: nel 2001 solo il 25% della popolazione ha avuto accesso all’istruzione primaria, nel 2007 si e’ registrata una percentuale di oltre il 43% di beneficiari. L’obiettivo del Governo, conformemente al “Millenium Development Goals” e’ di garantire l’istruzione primaria alla totalita’ della popolazione entro il 2015. Attualmente l’Etiopia conta 21 universita’ statali e molti altri colleges e istituti universitari affiliati; anche le universita’ private stanno aumentando in maniera esponenziale.
Gli istituti educativi superiori sia privati che statali, formano personale specializzato nelle materie economiche, manageriali, finanziarie, legali, mediche, tecniche...
L’educazione e’ uno dei settori strategici e prioritari per il Governo che ha stanziato nella Finanziaria del corrente anno fiscale, ingenti impegni a favore dell’istruzione nelle zone rurali.
La sanita’ e l’istruzione offrono interessanti prospettive per l’investimento estero. Il Governo e’ impegnato ad affrontare i problemi sanitari prevalenti nel Paese (in particolare l’AIDS, la tubercolosi e la malaria) ed ha formulato una strategia di sviluppo sanitario della durata di 20 anni che sara’ attuata attraverso una serie di programmi quinquennali.
5. Attivita’ industriale
In Etiopia l’ industria e’ ancora poco sviluppata, ha contribuito nel 2007/2008 al 14% del PIL, dato sensibilmente aumentato rispetto agli anni precedenti grazie all’industria energetica. Numerose imprese statali sono ancora in essere o in via di privatizzazione, mentre sono attive 1500 industrie private di media dimensione, impegnate principalmente nella produzione di prodotti alimentari e bevande, di prodotti in legno, nel tabacco, nel settore tessile e del pellame, nell’industria chimica e nei prodotti metallurgici e nell’assemblaggio di veicoli e trattori.
6. Turismo
Attrattive naturali, storiche, culturali, archeologiche ed antropologiche caratterizzano l’offerta turistica del Paese. Con la liberalizzazione dell’economia il turismo sta registrando una crescita sempre più importante.
Secondo i piu’ recenti dati forniti dalla Banca Mondiale, e confermati da queste Autorità, la crescita annuale del flusso di turisti e’ stata nell’anno fiscale 2007/2008 del 15% in più rispetto all’anno precedente, con entrate che ammonterebbero ad oltre 170 milioni di US$. Secondo i dati dell’afflusso turistico 2007 (ultimo dato disponibile di questo Ministero della Cultura e del Turismo), l’Etiopia e’ stata visitata da oltre 303.000 turisti, con una crescita di circa il 4,5% rispetto all’anno precedente. Il 29,6% dei turisti proviene dall’Africa, il 26,9% da Paesi europei, il 22,3% dall’America, il 10,2% dal Medio Oriente, il 10,1% dall’Asia e l’1,2% dall’Oceania.
In Europa spicca il flusso turistico del Regno Unito (5,5%), della Germania (3,7%) e dell’Italia (3,2%).
Sebbene la disponibilita’ di camere d’albergo, il numero delle agenzie di viaggio e di operatori turistici siano aumentati negli ultimi anni, si registra ancora una generale carenza di infrastrutture turistiche.
Queste autorita’ vedono con favore investimenti esteri per l’espansione delle infrastrutture nelle destinazioni turistiche piu’ importanti, che includono la rotta storica del nord, la Rift Valley, il Parco Nazionale dell’Omo, Harar e le montagne settentrionali. Lo sviluppo del turismo rientra nella Poverty Reduction Strategy (PRS) del Governo che cerca di stimolare la crescita riorganizzando gli aeroporti regionali e i siti storici di rilievo e concedendo i visti turistici direttamente all’entrata nel Paese per attrarre più turisti.
7. Privatizzazioni
Il processo di privatizzazione che rientra tra le priorita’ di Governo, ha subito negli ultimi anni una significativa accelerazione grazie ad una nuova regolamentazione che ha reso piu’ elastiche le condizioni di accesso alle imprese pubbliche (contratti di joint ventures, leasing e management) e migliorato i termini di valutazione delle aziende (per quelle in attivo viene calcolato il giro d’affari e il capitale, per quelle in passivo soltanto il capitale). Ad oggi sono ancora numerose le imprese pubbliche sotto il controllo della Privatisation and Public Enterprise Supervising Authority (PPESA) che attendono di essere gestite, cedute in leasing e/o vendute parzialmente o totalmente a partner stranieri e/o investitori locali. Le aziende operano nel settore agricolo, agro-industriale, tessile e della pelle, dei trasporti, costruzioni, turismo, estrattivo e manifatturiero.